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mercoledì 17 febbraio 2010

LA STORIA DI IQBAL

Questa è la storia di Iqbal Masih, il ragazzo divenuto in tutto il mondo il simbolo per la lotta contro lo sfruttamento minorile.
La storia inizia dal cedimento di Iqbal, da parte della sua famiglia, a causa di un debito di 16 dollari, a un commerciante di tappeti. In questo modo fu co-stretto a lavorare, dall’alba al tramonto, in una tessitura di tappeti, in condizio-ni disumane e quindi incatenato al telaio, d’altronde come altri bambini, suoi amici.
Iqbal tentò più volte di fuggire dall’impianto della tessitura con risultati non soddisfacenti. Però una volta, durante una sua fuga fu presente a delle manife-stazione del Fronte contro lo sfruttamento minorile, si rivolse ad un poliziotto e spiegò a quest’ultimo la sua situazione e quella dei suoi amici.
Il giorno seguente i poliziotti e Iqbal si recarono alla tessitura. Hussain Khan, il padrone, ovviamente negò tutto e Iqbal ritornò alla vita di prima. Per punizio-ne, da parte di Hussain Khan, fu mandato nella Tomba, un luogo scuro, al ra-gazzo, però, non era consentito né mangiare né bere.
In seguito, dopo esser uscito dalla Tomba si ricordò di avere nelle sue tasche un volantino del Fronte, così dopo aver organizzato un’altra fuga dalla tessitura
riuscì a rintracciare Eshan Khan, il capo del Fronte. Successivamente Eshan Khan, Iqbal e altri uomini del Fronte si recarono a casa di Hussain. Iqbal mo-strò a questi uomini il laboratorio di tessitura, ma anche la Tomba.Ne restaro-no allibiti. Dopo quest’episodio tutti gli sfruttati, compreso Iqbal, furono portati alla sede del Fronte, in attesa di trovare le loro famiglie.
Iqbal, decise di collaborare con gli uomini del Fronte per la liberazione di altri bambini sfruttati. Per riuscirci dovette studiare molto, partecipare a tutte le riunioni del Fronte. Dopo un po’ di tempo Iqbal divenne quasi “famoso” perché era riuscito a penetrare in alcune tessiture di tappeti al fine di denunciarne i proprietari. In questo modo tutti i giornali parlavano di Iqbal e fu a quest’ultimo che venne assegnato un premio, il premio della “Gioventù in azio-ne”, costituito da 15.000 dollari. Successivamente Iqbal ed Eshan Khan furono invitati in Svezia ad una conferenza internazionale sui problemi del lavoro; i-noltre ad Iqbal fu assegnata, da un’università di Boston, una borsa di studio.
Dopo questi viaggi, Iqbal si recò dai suoi genitori per circa un mese, al fine di festeggiare la Pasqua con loro. In quel giorno Iqbal fu ucciso nel suo villaggio, e l’assassino non fu identificato.

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